Questo sito è dedicato ad Henning Köhler. Si chiama così in onore ad un suo libro, una fiaba per bambini. Bellissima.
“Il re delle storie e il bambino delle stelle“.
Lui l’ho incontrato nel 2012 grazie a delle conferenze che tenne a Roma. Non sapevo chi fosse e non conoscevo la sua fama ed il suo lavoro. Andai perchè io andavo sempre quando c’era qualcosa che potevo imparare in ambito Steiner/Waldorf. Fu un colpo di fulmine.
Quando ascoltai le sue parole la prima volta, compresi finalmente che il mio sentire riguardo ai bambini ma anche agli adulti, le mie idee sull’istituzione scuola, le mie insofferenze nate da bambina e mai spente verso essa, non erano così strane come spesso mi si faceva intendere. Però le cose che vedevo, erano solo dentro di me, erano intuizioni, non sapevo verbalizzare, collocarle, spiegarle, dare loro una sistematizzazione. Quindi potevo fare davvero poco. Ma quando lo sentii parlare, i miei pensieri improvvisamente presero corpo e divennero le sue parole. E quelle parole erano frutto di esperienza, di studio. Quindi seppi che non mi sbagliavo.
Non avevo alcuna conoscenza di pedagogia curativa, ma mi fu chiaro che qualcosa dentro di me sapeva.
Non avevo tuttavia alcuna autorevolezza per poter essere ascoltata o presa sul serio da nessuno, tantomeno dai maestri, ero ‘solo una mamma’. Rompiscatole.
Però lui, un grande pedagogista antroposofo riconosciuto a livello internazionale, bizzarramente stava dalla mia parte. Questo mi diede un grande coraggio. Non smisi più di seguirlo, andavo ad ogni conferenza che faceva a Roma e lessi i pochi suoi libri tradotti in italiano.
Da li, ne ho fatta di strada fino ad arrivare a decidere di frequentare la formazione ufficiale di Pedagogia Curativa. È lui era nostro docente, colonna portante insieme a Marcus Fingerle e tutti le altre straordinarie stelle che si sono avvicendate ‘dietro le cattedre’ del nostro corso. Il Dr Remigio Cenzato – il creatore del corso – Raffaella Brambilla, Edith Congiu, Laura Pallavicini, Fabrizio Aphel, Bernd Ruf, Carmelo Samonà e tutte le altre Stelle, comete passate nel nostro cielo una sola volta ma il cui segno non si mai dissolto.
La luce più splendente che caratterizzava Henning era che stava sempre dalla parte dei bambini, dei ragazzi, dei giovani. Penso fosse un ‘istinto naturale’. Lo penso perchè per me è lo stesso e questo ‘istinto’ lo avevo anche quando non sapevo ancora nulla di pedagogia.
Parlerei più che di istinto che è un termine fuorviante, di talento karmico, qualcosa che risiede nel tessuto biografico di chi lo porta. Henning ne era totalmente permeato.
Lui non sapeva cosa fosse il moralismo. Non giudicava, ma non ‘perché non si fa’ ma perché non aveva nessun senso farlo!
Se mi metto a giudicare lo faccio con le mie categorie e se appiccico le mie categorie all’altro, come posso conoscerlo….
Gli ho messo la mia maschera addosso e così mi impedisco di conoscere la sua!
Eh si perchè la maschera ce l’abbiamo tutti. Ma se appoggio la mia su quella altrui, continuerò a vedere solo la mia.
Henning strappava le maschere.
Henning mostrava prima come togliere la propria e poi come dissolvere quella degli altri e come evitare di costruirne alcuna per i bambini. Questo è stato il suo più grande, potente, indelebile insegnamento.
E da quel momento che l’ho incontrato sono andata nella stessa direzione. Non so con quali risultati, ma so che la mia direzione è rimasta quella.
Grazie Henning
